«Eravamo otto sulla mia imbarcazione e ci siamo sbracciati per cercare
di salvare quante più persone potevamo. Ne abbiamo portate in salvo 47.
Ho visto su tutti i siti di Internet il video di uomini della
Capitaneria di porto che riprendeva un salvataggio. Mi chiedo perchè
facevano riprese invece di salvare la gente?».
Lo dice Vito Fiorino, proprietario dell'imbarcazione Gamar che alle 6.30
dell'altro ieri è giunto per primo sul luogo del naufragio lanciando
l'Sos alla Guardia costiera e ai pescherecci della zona. «Se la
prendevano alla leggera - aggiunge - non è così che si agisce mentre la
gente bolle in mare. Hanno rifiutato di prendere a bordo qualche persona
che avevamo già salvato perchè il protocollo, hanno detto, lo vietava.
Quando siamo tornati al porto carichi di naufraghi abbiamo visto la
vedetta della finanza che usciva come se stessero andando a passeggiare.
In casi del genere non si va con questi natanti enormi si va con barche
piccole e veloci per pensare di salvare le persone». «Il sindaco -
conclude - ha infangato i pescatori. Come fa a dire che un pescatore
vede il fuoco in mare e non si dirige subito in quella zona? Dicono che i
pescherecci hanno tirato dritto. Ma la Capitaneria ha chiaro il quadro
della situazione, sa chi era e chi non era in zona e che tragitto ha
compiuto; io non voglio lodi ma neanche essere infangato».
FIORI IN MARE È partito dal porto di Lampedusa il
corteo di barche di pescatori che andranno a posare una corona di fiori a
largo della costa per rendere omaggio ai migranti del tragico naufragio
dell'altro ieri. «I pescatori salvano vite - ha detto Totò Martello,
presidente del Consorzio dei pescatori - rispediamo al mittente le
accuse di non aver soccorso gente che stava morendo in mare».
CLANDESTINITÀ I superstiti del naufragio di
Lampedusa, dopo essere identificati, saranno indagati per immigrazione
clandestina dalla Procura di Agrigento. Nessuna iscrizione è ancora
avvenuta, ma ci sarà perchè è un atto dovuto, spiegano i magistrati,
legato a una norma in vigore. Il reato prevede come pena massima una
multa di 5.000 euro.
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